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 18. MERLIN 

Reincarnation!AU 

200 parole

"Arthur? Sei tu?" 

Merlin lo vede negli occhi del ragazzo che non lo conosce. Potrebbe essere un falso, non sarebbe il primo, dopotutto sono passati secoli dalla morte di Arthur e i contorni del suo viso sono diventati indefiniti nella memoria di Merlin. Si maledice il mago, ogni giorno, perché Arthur è la persona più importante della storia - della sua storia - e ne ha dimenticato i particolari. 

Il ragazzo scuote la testa, una zazzera bionda come del grano, del giusto colore, Merlin ne è sicuro.

"Sono Merlin, ti ricordi di me?" il mago gli posa una mano sul braccio e prende la scossa quando i suoi polpastrelli sfiorano la carne. 

C'è un lampo di comprensione nei suoi occhi, uno sguardo carico di sorpresa e orrore, quasi fosse stata aperta una diga e vent'anni di ricordi si fossero rovesciati sulla sua mente. Il che è esattamente quello che deve essere accaduto. 

"Merlin?" Arthur chiede con voce spezzata e tende una mano verso di lui. 

Merlin annuisce, senza poter fare a meno di notare che stia tremando. 

Poi Arthur sbatte le palpebre un paio di volte, esala un sospiro, e la trasformazione dal ragazzo in jeans al re in futuro è quasi immediata. 

"Bentornato, Arthur." 

 
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17. MERLIN 

Arthur lives!AU 

100 parole

Arthur è esattamente come se lo ricordava quando se lo ritrova davanti. Sono passati vent'anni da quando Merlin è stato bandito dal regno - bandito, perché Arthur non ha avuto il cuore di condannare il suo migliore amico al rogo, di vederlo bruciare come un traditore qualsiasi. Merlin si aspettava di non rivederlo mai più, non certo che lui venisse nella sua foresta. 

"Ho bisogno del tuo aiuto," Arthur gli dice e il peso di quei vent'anni sembra gravargli sulle spalle tutto d'un tratto. 

Merlin potrebbe dire di no - dovrebbe, ma non è mai stato bravo a portare rancore. 

"Fai strada." 

 

Lost

Mar. 2nd, 2021 10:41 am
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MERLIN 

666 parole 

COW-T #11 (Sagra): Labirinto



"Perché non può mai essere una cosa facile? E perché tocca sempre a me risolverla?" Merlin sbuffa sottovoce e si nasconde in un vicolo cieco quando Arthur si volta di scatto, quasi potesse averlo sentito. 

Il labirinto in cui il principe di Camelot si è infilato è ovviamente magico, perché Merlin ha tutte le fortune, e impedirgli di cambiare sotto il naso di Arthur, inghiottendo il principe per non farlo uscire mai più, sta occupando tutte le energie magiche e mentali del mago. Se non bastasse il principe non è nemmeno consapevole di essersi infilato in una trappola - 'ma sì, certo, ovviamente sono abbastanza coraggioso da affrontare il labirinto in cui vuole infilarmi uno dei nemici del regno, che sicuramente vuole la mia testa e non aspetta altro che una scusa per chiamare a raccolta i suoi vessilli e fare guerra a Camelot' , argh, è talmente frustrante che Merlin vorrebbe urlare. 

Però non può perché mantenere stabile il labirinto è un impresa e per di più deve contemporaneamente evitare di farsi vedere da Arthur, un po' perché il principe gli ha ordinato di restare indietro - "è troppo pericoloso per te, Merlin, non sei addestrato," dannazione a lui, sembra quasi che ci tenga, - ma prevalentemente perché poi dovrebbe smettere di usare la magia e sarebbero fregati, completamente. 

Certo, quanto più facile sarebbe se Arthur sapesse dei suoi poteri, quanto più facile salvargli la vita e impedirgli di fare cose stupide come questa. Gli sarebbe bastato dire 'ehi, Arthur, quel labirinto ha un'oscura aura magica intorno, perché non evitiamo di finirci intrappolati dentro?" 

Beh, d'accordo, forse non sarebbe bastato, perché Arthur è testardo come un mulo e ne sarebbe andato di mezzo il suo onore, però forse sarebbe stato più prudente e avrebbe permesso a Merlin di seguirlo ed aiutarlo. 

Stupido principe. 

Arthur per l'ennesima volta decide di scegliere l'unico sentiero dei tre davanti a lui che Merlin sa lo condurrà a morte certa e il mago maledice di nuovo qualsiasi cosa gli sia venuta in mente per fargli lasciare il suo piccolo villaggio alla periferia del regno e venire a Camelot. 

Gli basta una piccola formula, i suoi occhi lampeggiano d'oro e improvvisamente un porzione del muro di siepe si stacca e comincia a crescere per occludere il passaggio del principe, separandolo dal pericolo e costringendolo a tornare sui suoi passi. 

Arthur si stropiccia gli occhi, quasi non potesse credere a quello che ha appena visto, "Certo, ovviamente, ci mancava il labirinto magico!" 

Forse, solo forse, è un po' più fregato di quello che aveva pensato all'inizio - sicari pronti a farlo fuori ad ogni angolo, nascosti tra i rami delle siepi o semplicemente appostati nei vicoli ciechi, quelli li poteva affrontare, aveva tenuto la spada sguainata apposta, ma sentieri che cambiano, piante che crescono e incantesimi che lo disorientano... beh, a quelli non è preparato. 

Arthur fa un passo indietro, osserva la nuova parete di foglie e poi sposta lo sguardo sulla propria spada. Potrebbe farsi strada con la forza, disboscare questo labirinto troppo cresciuto e distruggerne il più possibile nel tentativo di eradicare e portare via con la sua lama la magia oscura del posto. 

Sì, potrebbe essere l'idea migliore, si dice e solleva la spada. 

Gli sembra quasi di sentire una voce, un sussurro, "ti prego no, ti prego no, non farlo" e Arthur la ignorerebbe completamente, rigetterebbe anche solo l'idea di ascoltare una voce che dal nulla lo prega, attribuendola alla coscienza del labirinto, pensando ad un trucco. Se solo. Se solo quel sussurro non parlasse con la voce di Merlin. 

Forse è soltanto il livello successivo della trappola, forse il labirinto ha attinto dalla sua memoria per riproporgli la voce della persona di cui si fida di più al mondo, forse Arthur è davvero così stupido come Merlin crede. Però Arthur abbassa la spada comunque - non la ripone, certo che no, perché non è detto che i sicari non ci siano davvero - e torna sul sentiero.

Merlin tira un sospiro di sollievo e si appresta a seguirlo. 

Risveglio

Mar. 23rd, 2019 10:41 am
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Fandom: Merlin
Ship: none, Merthur if you squint (molto molto pre-slash)
Rating: SAFE
Wordcount: 1157
Prompt: Absence makes the heart grow fonder
Challenge: COW-T #9, missione 2

La sensazione è quella di affogare. Boccheggia in cerca di aria, le mani che corrono alla gola come se potesse essere di qualche aiuto e le ginocchia che cedono sotto il suo peso. 

La stoffa dei jeans si lacera contro l’asfalto ruvido del marciapiede e il ragazzo di fronte a lui si piega per sorreggerlo. 

“Va tutto bene?” 

Arthur scossa la testa, cercando di deglutire. No. No che non sta bene. Ventidue anni della sua vita sono appena stati riscritti da un paio di occhi azzurri visti per caso in uno sconosciuto lungo la strada. 

“Devo chiamare un’ambulanza?” 

Arthur nemmeno sente la domanda dello sconosciuto che ora sa chiamarsi Merlin… Dio, non può mica essere vero, no? Ci dovevano essere degli acidi nei muffin che ha mangiato questa mattina e adesso lui è in preda a trip da LSD che gli sta facendo credere di essere stato re Artù almeno un millennio prima. E che lo sconosciuto nel quale è incappato pochi secondi fa, sbattendoci contro con la testa china sul cellulare, sia Mago Merlino. Sì, decisamente un trip, non può essere altrimenti.

Gli gira la testa, non arriva abbastanza ossigeno al cervello e ora lui è su un campo di battaglia ed è ferito… Mordred… la sua gola rifiuta di aprirsi e Merlin è chino su di lui e Arthur si sente tradito, è stato tradito… e c’è un lago, un lago e una barca che beccheggia nell’acqua andando alla deriva, ma Arthur non ha più un corpo per sentirlo. 

“Cazzo!” sente esclamare e per un attimo gli sembra di vedere un lampo di luce dorata balenare negli occhi dello sconosciuto prima di svenire. 


* * * 


Quando riapre gli occhi è un po’ confuso. È in una stanza che non conosce e fatica a connettere dove si trova e perché vi si trovi. 

“Arthur?” chiede cauto, staccandosi dalla parete, lo sconosciuto. Merlin. 

“S-sì?” balbetta, faticando a trovare la voce ancora roca. Cerca di tirarsi su e si rende conto di non essere in una stanza di ospedale.

“Ti senti meglio?” chiede Merlin, avvicinandosi lentamente a lui, come se stesse trattando un animale feroce e ferito, e volesse evitare di farsi sbranare. 

“Sì” Arthur annuisce e gli gira un po’ la testa, ma forse sono le duecento domande che gli frullano nel cervello e a cui non riesce a dare un ordine. Dove si trova, perché si trova lì, è stato davvero re Artù in una vita precedente, quanto forte ha sbattuto la testa per starselo davvero domandando.

“Come sai il mio nome?” 

“Era scritto sui tuoi documenti” risponde quello, quasi imbarazzato. 

“Non è - Perché non mi hai portato in ospedale?” 

Lo sconosciuto non risponde. I suoi occhi azzurri vagano sulla stanza, senza posarsi su un oggetto in particolare. 

“Pensi di darmi qualche risposta, Merlin?” Il tono gli esce più acido e petulante di quanto si sarebbe aspettato e lo sconosciuto sobbalza, come colpito da una scossa elettrica. Adesso l’attenzione di quegli occhi di un azzurro incredibile è tutta concentrata su di lui. 

“Come mi hai chiamato?” 

“Merlin” Arthur ripete, chiedendosi se non sia stato un errore. 

“Ti ricordi?” chiede, stupito, lo sconosciuto - no, non lo sconosciuto. Perché quello è Merlin, dannazione e il cervello di Arthur fatica a sovrapporre quello che è stato il suo servo - scudiero, amico - con il perfetto estraneo, non più tanto estraneo, che ha davanti agli occhi. 

Arthur si sente sbiancare. “Non può essere vero,” mormora a fior di labbra. 

Merlin si precipita al suo fianco. Per lui non sembra essere passato nemmeno un giorno e più Arthur lo osserva più la sua vita di re di Camelot prende consistenza e quella da giovane londinese che esce le sere con gli amici e gioca a football sabato pomeriggio e studia in una prestigiosa università da figlio di papà perde spessore fino quasi a diventare un’ombra, un sogno ad occhi aperti. 

Arthur è ancora sdraiato, ma indossa una cotta di maglia e ha una ferita sul fianco e sta morendo, una mano sulla spalla di Merlin e Merlin… Merlin piange, tenendogliela. Perché Arthur sta morendo, Arthur è morto, eppure adesso è vivo. Come per magia. 

Magia.

- Io sono un mago. Possiedo la magia e l’ho usata per te, Arthur, solo per te.

- Merlin, tu non sei un mago. L’avrei saputo…

Merlin che possedeva davvero la magia e non glielo aveva mai detto. 

- Vattene.

Quanti anni sono passati? Quanti secoli da quel vattene? Eppure Merlin è ancora lì, al suo fianco. 

“Come -” Arthur cerca di articolare, ma le domande che gli si affollano nella testa sono troppe e non sa da quale partire ed è tutto così confuso e - perché diamine Melin non è tanto confuso quanto lui? 

“Perché tu non sembri uno a cui hanno appena ribaltato la percezione del mondo?” Chiede e Merlin ridacchia. 

Merlin ridacchia, l’impudente. 

Arthur si sorprende a tornare in schemi mentali vecchi di quasi mille anni come se non fosse passato un giorno. Come se gli ultimi ventidue anni della sua vita senza Merlin non fossero mai esistiti. 

“Perché a me non hanno appena ribaltato la percezione del mondo. Io mi ricordo tutto.” 

“Fin dalla nascita?” 

Merlin sembra quasi imbarazzato. “Oh, ecco… io non mi sono reincarnato. Ti ho aspettato tutto questo tempo.” 

“Tu non - non sei morto?” 

“No” Merlin scuote la testa. 

“Sei immortale?!” 

“Forse”

“Oh mio Dio.” 

Arthur ha bisogno di più di un momento per riprendersi. Re di Camelot, reincarnazione, magia e draghi. Tutto è diventato vero nel giro di un’ora. E ora Merlin è immortale. 

Forse qualcuno gli ha inavvertitamente fatto cadere una pastiglia di LSD nel caffè della mattina. 

“Qual è l’ultima cosa che ricordi?” chiede Merlin preoccupato. 

“Intendi l’essere svenuto in mezzo a una strada o l’essere morto nel medioevo?” 

“La stai prendendo straordinariamente bene.” 

“Oh non penso che il mio cervello abbia ancora completamente afferrato cosa sta succedendo.”

“Perché, hai un cervello ora, Arthur!” 

“Merlin!”

Il ragazzo ride e Arthur non può fare a meno di farsi tornare in mente le mille altre volte che lo ha visto ridere.

Come se non fosse passato nemmeno un giorno. 

- Qual è l’ultima cosa che ti ricordi?

Oh, sì giorni ne sono passati, invece.

- Vattene.

Il ricordo lo colpisce al petto, risvegliando una ferita vecchia di secoli e Arthur sente la necessità di sistemare ogni cosa perché ha già lasciato passare anche abbastanza tempo con la sua morte. “Io… L’ultima cosa che ti ho detto è stata di andartene.” 

Merlin fa un passo indietro, quasi come se Arthur gli avesse dato uno schiaffo. “Sì. È vero. Vuoi che me ne vada?” 

“No” Arthur risponde. “No, io - io volevo solo dirti che mi dispiace.” 

Merlin lo fissa con occhi sgranati. “Chi sei tu e che hai fatto all’Arthur che conoscevo?”

Arthur sbuffa. “Fino a stamattina non sapevo nemmeno che esistessi, ma mi sei mancato, Merlin.”

“Mi sei mancato anche tu, Arthur.” 


 


Risveglio

Mar. 2nd, 2019 10:37 pm
danzanelfuoco: (Default)
Fandom: Merlin
Ship: Melin & Arthur 
Rating: SAFE
Wordcount: 581
Prompt: Se ne stava rannicchiato fra due auto in sosta e aspettava il prossimo colpo cercando di coprirsi il volto. (Giancarlo De Cataldo, Romanzo Criminale)
Challenge: COW-T #9, missione 2

Se ne stava rannicchiato fra due auto in sosta e aspettava il prossimo colpo cercando di coprirsi il volto. Ovviamente doveva ficcarsi in una situazione del genere. 

Un millennio trascorso con la barba bianca e nessun problema e il primo giorno che decideva di tornare uno spensierato ventenne doveva finire a essere massacrato nel parcheggio di un supermercato da un idiota con una mazza da baseball nel bagagliaio che pensava che il fatto che Merlin avesse attraversato la strada - sulle strisce pedonali! - distrattamente e che lui avesse quasi rischiato di investirlo e ammazzarlo fosse un buon motivo per finire di ammazzarlo a mazzate. Diamine, erano anni che non aveva bisogno di un incantesimo per difendersi. Si chiese cosa sarebbe successo se avesse sbagliato una sillaba. Cranio spaccato al suolo o la sua magica immortalità lo avrebbe protetto anche in quel caso. Beh, c’era un solo modo di scoprirlo. 

“Che cazzo sta scucendo qui?”

L’idiota si fermò talmente sorpreso dall’interruzione da non essersi reso conto che il bastone che teneva in mano si era letteralmente trasformato in acqua ed era scivolato via tra le sue dita. 

Merlin avrebbe apprezzato molto di più l’intervento se la voce dello sconosciuto non gli avesse fatto venire la pelle d’oca, facendogli rizzare i peli della nuca. Quella voce… 

“Che cazzo vuoi, impiccione di merda?” l’idiota gli rigirò la domanda.

“Voglio sapere se stai picchiando questo ragazzo.” 

“E se così fosse?”
“Prima ti arresterei poi gli chiederei se vuole sporgere denuncia. Adorerei sbattere il tuo culo in cella per le prossime ventiquattro ore.” 

“Un fottuto poliziotto!” l’idiota sgranò gli occhi. “No, non lo stavo picchiando.”

“È così?”

Solo allora Merlin alzò gli occhi sul nuovo venuto e il sangue gli si gelò nelle vene. 

Non era possibile. 

“Allora? La stava picchiando?”

“Cos -? Ah! N - no! No, non mi stava picchiando.” 

La copia sputata di Arthur Pendragon, Re di Camelot, altra faccia della sua medaglia, lo guardò sollevando un sopracciglio come a suggerire che non credeva nemmeno ad una parola di quello che il mago gli stava dicendo. 

“Ha sentito, no, agente?” l’idiota sfidò la propria sorte, prendendolo in giro. Merlin fu a tanto da cambiare idea e a dirgli che sì, lo stava per ammazzare e che per favore se lo portasse via e possibilmente lo sbattesse in una cella angusta. Ma. 

Ma quello davanti a lui era Arthur e Merlin non lo vedeva più o meno da un millennio, quando aveva lasciato bruciare il suo cadavere su una barca ad Avalon. 

Non poteva permettersi di perderlo di vista solo per far arrestare un imbecille con il Q.I. di una pantegana. 

“Vattene, allora” il sosia del principe di Camelot rimase ben piantato ad attendere che l’idiota si allontanasse. Probabilmente più tardi si sarebbe chiesto che fine avesse fatto la sua mazza da baseball. 

“Grazie” Merlin disse ancora accucciato tra le auto. 

Il poliziotto in borghese rimise il distintivo in tasca e gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi. 

“Figurati! Avresti dovuto lasciare che lo arrestassi -”

Le parole gli morirono sulle labbra non appena Merlin accettò il suo aiuto per tirarsi su, nell’esatto momento in cui le sue dita sfiorarono il palmo della sua mano. 

I due incespicarono gli uni sugli altri e poi Arthur fu lì. 

Merlin lo vide nei suoi occhi prima ancora che l’altro potesse aprire bocca. Lo aveva riconosciuto, il loro semplice contatto aveva rimosso il sigillo ai ricordi della loro vita passata. 

“Merlin -?”

“Ben tornato, Maestà.” 

 

  


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