Cow-T #12, w2, m3 - Il grido della civetta
1 - Il grido della civetta risuona cupo fuori dalla sua finestra in risposta..
“Edvige, smettila!” Harry sibila tra i denti, sentendo i passi dello zio al piano di sotto, ma non riesce comunque a smettere di fissarla con un sorriso a trentadue denti, nonostante il rumore.
La sua nuova civetta bianca è chiusa nella gabbia, ma questo non le impedisce di richiamare con il suo verso i suoi simili all'esterno.
A Harry, undici anni, una lettera scritta in inchiostro verde e un baule pieno di libri sulla magia chiusi nel ripostiglio sotto le scale dove una volta dormiva, non importa particolarmente se zio Vernon ora verrà a sgridarlo per il dannato rumore che fa la sua civetta.
2 - Il verso di compatimento di Edvige è l'ultima cosa che Harry vorrebbe sentire, ma se deve essere onesto si compatisce da solo.
Un'intera estate passata senza nemmeno una lettera dai suoi amici, Edvige che scalpita per uscire dalla gabbia, che lo guarda con malcelata disapprovazione perché 'andiamo, apri la gabbia, fammi andare a consegnare qualche lettera'. E certo che Harry vorrebbe, conoscendo la sua civetta tornerebbe senz'altro con qualche lettera. Ma quelle che ha scritto lui all'inizio dell'estate non hanno ancora avuto risposta e non vuole sembrare così disperato da continuare a scrivere e scrivere e scrivere ad un muro.
Gli sembra quasi che Edvige scossi la testa, quando le dice che 'no, non stavolta, solo perché io non ho niente da fare non significa che tutti gli altri non si stiano divertendo'.
(Quando vedrà di nuovo quell'infame dell'elfo domestico Edvige gli beccherà quelle orecchie a sventola che si ritrova).
3 - Edvige emette uno strepito quando il Nottetempo prende una curva un po' troppo stretta ed Harry finisce a gambe all'aria, facendo quasi cadere la gabbia.
Forse non è stata una buona idea salire su un autobus magico, non dopo aver considerato quanto facciano schifo i mezzi di trasporto magici - davvero, sa chi abbia inventato la MetroPolvere, ma se questa corriera è l'alternativa Harry preferisce vomitare la cena tutta in una volta appena uscito da un camino piuttosto che un po' alla volta ad ogni curva.
Edvige lo guarda diventare verde non particolarmente impressionata, mentre la gabbia beccheggia tra le sue mani come un pendolo.
Ah, le cose che sopporta per questo umano.
4 - La civetta grida, attirando la sua attenzione, non appena Harry entra nella voliera.
Il ragazzo la fissa, si morde il labbro inferiore e poi sposta lo sguardo sulla lettera che stringe tra le mani.
"Mi dispiace," dice ad alta voce, tornando a fissarla, e poi scossa la testa, "Davvero, Edvige, lo sai che te la farei consegnare se potessi, ma sei troppo riconoscibile."
Certo, Edvige lo sa, lei è bianca, candida e bellissima, attira lo sguardo di chiunque e ne è sempre stata fiera.
Si lascia comunque scappare un verso di disapprovazione quando Harry lega la lettera alla zampa di un gufo dal piumaggio marrone, assolutamente banale e gli dice, " Portala a Sirius, cioè a Felpato."
5- Edvige affonda il becco nella carne con un grido e uno strepitio e un frullare d'ali. Il sangue comincia a scorrere e zampillare e le imbratta il becco coriaceo, ma Edvige è implacabile quando vuole. E ora vuole.
(Le ha dato un ordine, ma anche se non lo avesse fatto, Edvige beccherebbe le dita della ragazza comunque perché scriva quella dannata lettera e gliela dia; non esiste che il Ragazzo soffra così tanto se lei può fare qualcosa per impedirlo).
Hermione si stringe la mano al petto cercando di sottrarla alla civetta.
"Va bene, va bene, sto rispondendo," dice, con il sangue che le cola tra le dita della mano non dominante - perché la civetta è intelligente e sa benissimo di non rovinare quella con cui la ragazza deve scrivere.
Edvige smette di beccare, e si appollaia accanto a lei, fissandola con quegli occhi gialli che sembrano vedere tutto.
6 - La civetta arruffa le piume e lancia un grido da perforare i timpani.
"Buona, dai," il ragazzo con i capelli rossi stringe la sua gabbia tra le mani e si guarda intorno, “Adesso Harry arriva.”
Ma Harry non è tornato ed Edvige lo sente che è in pericolo. Lo ha visto sparire nel corridoio del treno dopo aver preso il dannato mantello che pensa lo renda invisibile - come se lei ed i suoi occhi rapaci non fossero abbastanza acuti da vedere oltre a quel velo di stoffa; e se può farlo lei che è solo una civetta chissà a chi altri è visibile il ragazzo, pensando di non esserlo.
7 - Edvige pensa che ci siano modi peggiori per morire. Sette anni è stata con il ragazzo, ha portato le sue lettere, certo, ma ha anche tentato di proteggerlo. E forse non vale niente, forse è stato tutto inutile per morire in una gabbia, a metri di altezza nel cielo senza nemmeno star volando, senza nemmeno poter sbattere le ali.
Forse ci sono modi migliori per morire, certo che ci sono, ma questo in fondo non è nemmeno così brutto. Vicino al ragazzo.
L'ultimo grido della civetta.