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666 parole
COW-T #11 (Sagra): Labirinto
"Perché non può mai essere una cosa facile? E perché tocca sempre a me risolverla?" Merlin sbuffa sottovoce e si nasconde in un vicolo cieco quando Arthur si volta di scatto, quasi potesse averlo sentito.
Il labirinto in cui il principe di Camelot si è infilato è ovviamente magico, perché Merlin ha tutte le fortune, e impedirgli di cambiare sotto il naso di Arthur, inghiottendo il principe per non farlo uscire mai più, sta occupando tutte le energie magiche e mentali del mago. Se non bastasse il principe non è nemmeno consapevole di essersi infilato in una trappola - 'ma sì, certo, ovviamente sono abbastanza coraggioso da affrontare il labirinto in cui vuole infilarmi uno dei nemici del regno, che sicuramente vuole la mia testa e non aspetta altro che una scusa per chiamare a raccolta i suoi vessilli e fare guerra a Camelot' , argh, è talmente frustrante che Merlin vorrebbe urlare.
Però non può perché mantenere stabile il labirinto è un impresa e per di più deve contemporaneamente evitare di farsi vedere da Arthur, un po' perché il principe gli ha ordinato di restare indietro - "è troppo pericoloso per te, Merlin, non sei addestrato," dannazione a lui, sembra quasi che ci tenga, - ma prevalentemente perché poi dovrebbe smettere di usare la magia e sarebbero fregati, completamente.
Certo, quanto più facile sarebbe se Arthur sapesse dei suoi poteri, quanto più facile salvargli la vita e impedirgli di fare cose stupide come questa. Gli sarebbe bastato dire 'ehi, Arthur, quel labirinto ha un'oscura aura magica intorno, perché non evitiamo di finirci intrappolati dentro?"
Beh, d'accordo, forse non sarebbe bastato, perché Arthur è testardo come un mulo e ne sarebbe andato di mezzo il suo onore, però forse sarebbe stato più prudente e avrebbe permesso a Merlin di seguirlo ed aiutarlo.
Stupido principe.
Arthur per l'ennesima volta decide di scegliere l'unico sentiero dei tre davanti a lui che Merlin sa lo condurrà a morte certa e il mago maledice di nuovo qualsiasi cosa gli sia venuta in mente per fargli lasciare il suo piccolo villaggio alla periferia del regno e venire a Camelot.
Gli basta una piccola formula, i suoi occhi lampeggiano d'oro e improvvisamente un porzione del muro di siepe si stacca e comincia a crescere per occludere il passaggio del principe, separandolo dal pericolo e costringendolo a tornare sui suoi passi.
Arthur si stropiccia gli occhi, quasi non potesse credere a quello che ha appena visto, "Certo, ovviamente, ci mancava il labirinto magico!"
Forse, solo forse, è un po' più fregato di quello che aveva pensato all'inizio - sicari pronti a farlo fuori ad ogni angolo, nascosti tra i rami delle siepi o semplicemente appostati nei vicoli ciechi, quelli li poteva affrontare, aveva tenuto la spada sguainata apposta, ma sentieri che cambiano, piante che crescono e incantesimi che lo disorientano... beh, a quelli non è preparato.
Arthur fa un passo indietro, osserva la nuova parete di foglie e poi sposta lo sguardo sulla propria spada. Potrebbe farsi strada con la forza, disboscare questo labirinto troppo cresciuto e distruggerne il più possibile nel tentativo di eradicare e portare via con la sua lama la magia oscura del posto.
Sì, potrebbe essere l'idea migliore, si dice e solleva la spada.
Gli sembra quasi di sentire una voce, un sussurro, "ti prego no, ti prego no, non farlo" e Arthur la ignorerebbe completamente, rigetterebbe anche solo l'idea di ascoltare una voce che dal nulla lo prega, attribuendola alla coscienza del labirinto, pensando ad un trucco. Se solo. Se solo quel sussurro non parlasse con la voce di Merlin.
Forse è soltanto il livello successivo della trappola, forse il labirinto ha attinto dalla sua memoria per riproporgli la voce della persona di cui si fida di più al mondo, forse Arthur è davvero così stupido come Merlin crede. Però Arthur abbassa la spada comunque - non la ripone, certo che no, perché non è detto che i sicari non ci siano davvero - e torna sul sentiero.
Merlin tira un sospiro di sollievo e si appresta a seguirlo.