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 COW-T verse

Fabian/Meridian, Fabian/Regis 

COW-T #12, w6, m1 

1433 parole


Il problema di Meridian è che tende a distrarsi, per cui non ha esattamente idea del perché Calico e Fabian siano finiti a parlare di tomi polverosi, ma ha abbastanza prontezza di spirito per tornare a concentrarsi sulla conversazione in tempo per sentire suo zio sbuffare. 

“No, non c’è nella biblioteca, ma Regis ne ha una copia, dovresti chiedergliela.”

Non che Meridian stia davvero prestando attenzione a Calico, no, è la fugace espressione di Fabian, gli angoli della bocca che si piegano verso il basso, la ruga corrucciata tra le sopracciglia., che la preoccupa. Dura una frazione di secondo, il tempo necessario perché Fabian si renda conto di essere ingiusto e si mortifichi da solo, ma è lì. 

“Ah, sì, dovrei proprio farlo,” il ragazzo si stringe nelle spalle e Meridian sa già che no, non lo farà affatto. 

È la goccia che fa traboccare il vaso, l’evidente segnale che Meridian ha lasciato passare davvero troppo tempo a fingere che il problema non esista e che questa non sia una situazione complicata. 

Meridian è una donna d’azione - una ragazzina, piuttosto, come sbufferebbe zio Calico dall’alto dei suoi… quanti, due o tre anni più di loro? Noioso. Ma comunque. Azione. È quello il punto. 

Che Meridian non si preoccupa di riflettere - e a che serve farlo?, dopotutto, il problema non scomparirà soltanto perché ci si è persi tre ore a parlare di nulla senza portare a casa nessun risultato. La soluzione perfetta non esiste mai in nessun caso, e se deve essere imperfetta, almeno che sia rapida 

Per questo Meridian decide che ha lasciato passare fin troppo tempo prima di risolvere il problema - a fingere di ignorare persino che il problema esistesse, perché andiamo, quello è Fabian e di certo dovrebbe saperlo da solo che il fatto che Regis sia un eye candy non toglie assolutamente nulla a quello che c’è tra loro.

Certo, dovrebbe saperlo da solo, ma quello è Fabian, appunto, quello a cui alla nascita è stata distribuita nella sua interezza la capacità di stare seduto ad un tavolo e valutare tutti i possibili outcome di una situazione, con tanto di tabelle e percentuali sulla probabilità che una cosa si verifichi o meno. Per cui, ovviamente, Fabian dovrebbe sapere, ma non sa - perché se c’è anche soltanto lo 0,00001% di probabilità che si verifichi qualcosa che lui teme, ovviamente passerà le ore a farsi frullare quel pensiero in testa. Motivo per cui non basta relegare il problema nella categoria ‘ennesima ansia di Fabian’, anche se Meridian vorrebbe tanto potersi convincere che il “mi passerà, vedrai, ho solo bisogno di un po’ di tempo, non devi preoccuparti” che ha tentato di rifilarle come rassicurazione possa mai diventare la verità.

Meridian alza gli occhi al cielo, perché lo ama, sì certo, ma ma dannazione a volte Fabian è proprio un idiota. 

Non importa che Meridian abbia ricambiato il suo bacio sulla spiaggia,- non importa che gli abbia gettato le braccia al collo e lo abbia tirato a sé, dentro di sé, di nuovo uniti come una cosa sola, come sarebbero dovuti essere dall’inizio - e che poi abbia continuato a farlo, rendendogli ben chiaro che ricambia completamente i suoi sentimenti. Non importa perché ogni singola volta gli occhi di Fabian si spalancano stupiti, come se non potesse davvero credere che lei voglia stare con lui, come se fosse un miracolo averla tra le braccia. 

Sciocco, sciocco, Fabian. 

Come se Meridian potesse mai volere altro -  non se significa rinunciare a Fabian. No, rinuncerebbe all’universo piuttosto ma non a Fabian. 

Ed è per Fabian che lo fa, perché il problema è che Regis è il loro precettore, l’uomo a cui dovrebbero andare a chiedere aiuto in caso di difficoltà non abbastanza importanti per essere sottoposte all’attenzione dei genitori e questo prescinde qualsiasi desiderio Meridian abbia di entrargli nelle mutande. 

Perché se Fabian non può andare da Regis a chiedere aiuto, allora Meridian che sta facendo? 


-


Fabian la guarda con tanto d’occhi. “Meri, no!” 

“Meri, si!” Sorride maliziosa, ignorandolo completamente. 

“Non puoi insinuare che io vada a letto con Regis!” 

“Perché no? Sei forse… eterosessuale?” Lo dice come se fosse una brutta malattia, e poi se ne pente, “oh, numi, lo sei? Perché se lo sei non è un problema, davvero!” 

Fabian arrossisce fino alla punta delle orecchie. “Non ho detto questo.” 

“No, ma davvero, a me puoi dirlo, lo sai.” 

“Meri, non sono etero! Nessuno può essere etero su Tanit, è tipo… geneticamente impresso nel DNA, hai due occhi, due braccia, un naso solo e la capacità di scoparti qualsiasi cosa si muova. Non vuol dire che io voglia andare a letto con Regis.” 

“Perché no?” 

“Perché no e basta.”
“È per colpa mia?” 

“Meridian, Regis non è interessato a nessuno di noi due.” Se ha rifiutato te, figurati me, lei legge tra le righe. 

“Oh, di questo non ne sarei così sicura. Lascia fare a me.” 

Fabian non le ricorda che ha provato a portarsi a letto Regis per anni, senza mai riuscirci, e non le chiede cosa le faccia credere di poter riuscire a convincere il loro precettore a portarsi a letto lui.  Meridian è troppo cocciuta, e quando ci si mette, non c’è molto che possa farle cambiare idea. 


-


C’è un unico posto dove Meridian non verrebbe mai a cercarlo. Per assurdo è casa di Regis. 

Fabian ci si deve rifugiare perché la sorella ormai non gli dà pace e lui non ha un attimo di respiro nemmeno per mettere insieme due grafici. Ogni momento lei è lì a cercare di mettere in atto la sua opera di convincimento e Fabian non ne può più di cercare di convincerla che lui a Regis non ci è minimamente interessato. 

Perciò è con grande imbarazzo che bussa alla porta del precettore, nonostante non avesse voluto farlo prima per motivi ben più gravi. 

Regis lo accoglie e ascolta la sua storia. Ride nei punti giusti - e cioè in continuazione, perché l’intera vicenda è ridicola, e Fabian si passa le mani tra i capelli e sbatte la testa contro la tavola. 

“Non so dove altro andare!”
“Beh, qui puoi stare finché vuoi.” 

“Grazie.” 


-


Alla fine visto che tanto ormai passa da Regis tutti i suoi pomeriggi, Fabian si decide a chiederglielo il benedetto libro che la biblioteca non ha, ma il precettore sì. Regis gli porta un tomo molto meglio conservato di quanto non si sarebbe aspettato vista l’età del libro e si perde anche due ore a cercare di spiegargli i passaggi più complicati, chinandosi sulla sua spalla per indicare con il dito dove la traduzione lascia a desiderare. 

Fabian si dice che forse il piano di Meridian era un stupidaggine, ma se non altro è servito a farlo riavvicinare al precettore quel tanto che basta. Se non fosse che un pomeriggio si ritrova a fissare le sue labbra ed è tutta colpa di Meridian, perché Fabian non ha mai desiderato in quel modo Regis, non prima che la sorella gli impiantasse il tarlo, dannazione a lei.
Persino Regis se ne accorge, e il primo istinto di Fabian è scappare, il primo istinto è alzarsi talmente in fretta da far cadere la sedia a terra e precipitarsi fuori dalla stanza. 

La mano di Regis si posa sul suo avambraccio e lo ferma prima che i suoi muscoli possano agire. 

“Regis…” La voce di Fabian è un sussurro roco, il precettore è troppo vicino, più vicino di quanto non fosse un’instante prima.

“Meridian ha bisogno di un no, ogni tanto. Tu, ogni tanto, hai bisogno di un sì.” 

Poi Regis lo bacia. 



“Spero sarai contenta,” Fabian la interrompe prima che Meridian possa passare all’attacco. 

È il primo pomeriggio che si fa trovare da due settimane a quella parte e Meridian è talmente sorpresa che nemmeno stava più provando a convincerlo. 

E adesso una frase criptica che la ragazza impiega qualche istante a decifrare. 

“Ci sei riuscito?!” Meridian lo guarda con tanto d’occhi. “Come?” 

“Non lo so.” 

“Insegnami.” 

“Meri…”
“Sono anni, che ci provo con lui e tu in due settimane scarse ci finisci a letto? Cos’hai più di me.” 

Fabian inarca le sopracciglia, davanti all’evidente differenza. 

“Oh, hai capito cosa intendevo!” Meridian gli dà uno schiaffetto sulla spalla. “Voglio sapere come hai fatto a farti dire di sì.” 

Fabian si stringe nelle spalle, “Se lo sapessi te lo direi, ma non ne ho idea.” 

Meridian si concentra sulla parte importante della frase. “Me lo diresti? Quindi ti è passata la gelosia?” 

Fabian arrossisce violentemente e Meridian ridacchia della sua espressione. 

“Va bene, va bene, ma voglio tutti i dettagli. Adesso, fratello. Se non posso io, devo viverlo per procura.”  

Fabian vorrebbe dire di no, ma come precedentemente dimostrato, Meridian ottiene sempre quello che vuole. 


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