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Gen
COW-T #12, w5, m3: Road Trip
515 parole
Dean ferma l'Impala all'ennesima stazione di servizio e Sam scende per sgranchirsi le gambe.
Sono passati anni dall'ultima volta che hanno fatto un viaggio così lungo. Di solito uccidono fantasmi, lupi mannari e vampiri lungo la strada; si muovono come un'onda di sudore, sale e terra di tomba lungo le interstatali americane alla ricerca di un nuovo caso. Invece Bobby li ha chiamati e ha dato loro un indirizzo: Sam ha strabuzzato gli occhi e ha chiesto se fosse sicuro. Dean ha imprecato contro il caro carburante perché un coast to coast a bordo dell'Impala non era economico neanche quando quella macchiana era uscita dal concessionario nel '67.
Eppure decidono di andare e di muoversi anche piuttosto in fretta visto che parecchie persone ci stanno lasciando la pelle.
Un morto ogni ventiquattro ore, dannazione alla fobia di Dean di prendere gli aerei e così si ritrovano stretti in quella scatola da scarpe che suo fratello si ostina a chiamare macchina, a scapicollarsi a rotta di collo verso la meta.
"Pronto a ripartire?"
"Dean, non mi hai neanche fatto andare in bagno."
"Datti una mossa," il fratello alza gli occhi al cielo e Sam pensa di essere pronto ad esplodere.
"No," dice invece, il tono secco di chi ormai ha preso una decisione.
La gente muore tutti i giorni, Sam non vuole essere la brutta persona che lo fa notare, ma se hanno un incidente e si ammazzano lungo la strada allora è game over e qualsiasi cosa stia devastando Orlando, continuerà a farlo indisturbata.
"No?"
"No. Stiamo facendo dei turni di guida assurdi e adesso noi ci fermeremo per cenare. Poi tu mi darai le chiavi - no, Dean, non voglio sentire storie - dicevo, poi tu mi darai le chiavi e guiderò io fino al New Mexico."
Dean sembra sul punto di controbattere, ma Sam alza una mano perentorio. "Se quello che sta per uscirti dalla bocca contraddice quello che ho appena detto, risparmiamelo."
Dean chiude la bocca, gli rivolge un’occhiataccia e poi si decide, “Bitch.”
"Jerk."
*
La strada scorre molto più facilmente ora che al volante c'è Sam. È più riposato, certo, e i suoi riflessi non sono appannati da ore e ore passate a concentrarsi su strade tutte uguali. Guidare è ipnotico, Dean glielo ha sempre detto, ipnotico e rilassante, ti permette di concentrarti su altre cose, distraendo il corpo abbastanza da darti una prospettiva.
Sam non sa se guidare a lui faccia lo stesso effetto. Forse fa parte di quel corredo genetico che non ha ereditato, insieme al tratto 'farsi piacere la caccia' e quello 'vivere di torte ripiene'.
Sam sospira, abbassa il volume dei Metallica che tentano di assordarlo dagli autoparlanti, e controlla Dean con la coda dell'occhio.
Già era strano che non fosse scattato a bacchettargli la mano non appena l'aveva avvicinata alla manopola.
Sam sorride, quando lo vede addormentato, la testa appoggiata contro il finestrino, la fronte distesa e la bocca socchiusa. Ci manca solo che si metta a russare.
La strada si snoda infinita davanti a loro, ma Sam si sente stranamente a casa.