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Prompt: Cancro
Wordcount: 279
Challenge: COW-T #9, missione 12
Tic, tic, tic.
La lancetta dell’orologio proseguiva inarrestabile, scandendo il tempo secondo dopo secondo, nel silenzio della stanza.
Irene taceva e si fissava le mani, senza sapere che dire.
Quarto stadio, aveva detto.
Ma che significava?
Irene aveva osservato un minuscolo sbecco sulla lacca rossa che metteva a nudo l’unghia rosa sottostante e aveva lasciato che quella piccola crepa catalizzasse le sue lacrime.
Quarto stadio. Ossa, polmoni, fegato.
Quarto stadio. Cervello.
Ecco perché si era svegliata una mattina senza riuscire a mettere un piede davanti all’altro, il braccio dentro che le formicolava e la stanza che le girava intorno.
In breve, ci sono cellule di polmone nel sup cervello. Possiamo provare a rimouoverle con un intervento, ma...
Massa, tumore, neoplasia.
Il rumore della chiave che gira nella toppa e poi dei suoi tacchi nell’ingresso, attutiti solo per un istante dallo zerbino, e suo marito dalla camera da letto che chiama.
“Irene? Come è andata dal dottore, che ti ha detto?”
“Niente, va tutto bene.”
Non va bene un cazzo. Ho il cancro, sto morendo.
Ma questo lei non lo dice.
“E i capogiri?”
“Un po’ di pressione bassa, mi ha prescritto delle goccine.”
Il fruscio del cartone che si apre, la rotella dell’accendino che scatta, lo sfrigolio della carta che prende fuoco e l’odore di tabacco riempie la cucina.
“Dovresti smettere, Irene, lo sai che non ti fa bene.”
Irene inala, sente il tremolio alle mani che recede, i nervi che si distendono e raccontare una bugia è ancora più facile.
“Prima o poi.”
Non dice, ormai è tardi.
Suo marito annuisce, infilandosi il cappotto ed esce. Irene sente il fantasma del bacio che le ha lasciato sulla guancia.