Andare

Mar. 8th, 2019 01:39 pm
danzanelfuoco: (Default)
[personal profile] danzanelfuoco
 Fandom: Originale
Rating: NSFW
Wordcount: 724 parole
Prompt: partire per un lungo viaggio
Challenge: COW-T #9, missione 2

Ci sono momenti in cui il peso sul tuo petto ti schiaccia così tanto che non riesci a respirare. 

Sono giorni in cui trattenere le lacrime è così difficile che vorresti fosse tutto finito. Giorni in cui il desiderio di non essere è così prepotente che ti chiedi come sarebbe semplicemente addormentarsi e non svegliarsi più. 

Non sarebbe molto più comodo poter premere un interruttore e spegnere il proprio cervello?

Sarebbe una liberazione.

Ti senti stupida a volte, perché in fondo cosa c’è nella tua vita di così brutto da non volerla vivere completamente? 

È solo che è così faticoso, così drenante e svuotante, alzarsi in piedi tutte le mattine e preoccuparsi. Preoccuparsi di stupidaggini, preoccuparsi del pranzo e delle pagine che mancano da studiare e del cane e dei vetri che sono da pulire e del pavimento che è da spazzare ed è troppo. È talmente troppo che si rende conto che non è niente. 

Spazzare un pavimento non è difficile, non è neanche faticoso, pulire i vetri dovrebbe essere giusto il tempo di una mattinata, ma tutto questo ti sembra un impresa titanica e perché poi? A cosa serve? Se il cane porterà in casa lo sporco e la pioggia sporcherà i vetri?

Perché è tutto inutile e vano e futile e quelli sono i giorni in cui ti chiedi quale sia il senso di stare al mondo. 

E c’è questa sensazione di stanchezza, infinita, come se ti stessi muovendo sott’acqua e tutto è rallentato e persino l’attrito dell’aria ti impedisce i movimenti. 

Se la notte riuscissi a dormire forse staresti bene, ma sono due settimane che non dormi più di cinque ore per notte e dio, il desiderio di ingollare l’intera boccetta di benzodiazepine nell’armadietto del bagno è sempre in un angolo del tuo cervello, così dannatamene tentatore, subdolo e terrificante. 

Ti sente come in un cartone animato, con un demone sulla spalla sinistra che ti sibila in un orecchio quanto sarebbe facile e indolore e liberatorio, e un angioletto sulla destra, il tuo istinto di conservazione, che urla al solo pensiero, un grido disperato che ti riscuote da quelle idee malsane. 

Ma quelle idee rimangono lì, sempre pronte a rispuntare fuori al minimo segno di debolezza, sempre invitanti nell’offrirle la scappatoia, l’esci gratis di prigione, talmente semplici che ci deve essere una fregatura. Certo che c’è la fregatura, ti urla l’angioletto. 

E se non fossi pronta a dire addio a tutto? 

E se ci fosse qualcosa per cui valga la pena e tu non lo scoprissi mai perché hai preso la scorciatoia troppo presto? 

E se te ne penti?

Da morta non puoi pentirti di nulla, ma prendere quella decisione è così dannatamente difficile 

- procrastini, così che la possibilità è sempre lì anche se decidi di non coglierla adesso - che ti chiedi se dentro il tuo corpo non esistano due personalità separate. 

TI ci manca solo un disturbo di personalità e poi puoi diagnosticarti l’interno DM5. Come con i pacchetti di figurine alle elementari - ansia, depressione, ocd, schizofrenia, ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, mi manca. 

E nel frattempo respirare è così difficile che vorresti smettere di farlo. 


* * * 


C’è un che di catartico nel preparare le valigie. C’è sempre stato. 

Ti eri dimenticata di quanta libertà ci fosse nel chiudere una zip su tutti i tuoi problemi e dimenticare di averli. 

D’accordo, forse è una scelta vigliacca - più vigliacca che ucciderti, perché per quello non hai il coraggio - ma è l’unica che sei riuscita a prendere. 

Le rotelle del trolley inciampano in un sasso, ma stranamente, mentre ti allontani dalla casa - il gas lo hai controllato, le imposte sono chiuse, il cane dai tuoi genitori, l’aspettativa l’hai presa per un anno e forse nemmeno sai se tornerai. 

Non sai nemmeno esattamente dove stai andando. Hai comprato il biglietto per la grande città più vicina al tuo piccolo paesino dimenticato da Dio e mentre ti dirigi in stazione, ti sembra quasi che il peso del mondo non gravi più sulle tue spalle. 

Sì, forse tornerai e sarà tutto uguale a prima perché il problema è tutto nella tua testa e da sé stessi non si può scappare. Però ci puoi provare. 

 

E poi in fondo devi ammettere che è la prima volta che sotto quel treno non provi il desiderio di buttartici. 

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