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Ti porto in un posto, dice e tu non puoi fare nient’altro che annuire, la gola secca e l’alcool che ti dà alla testa. Hai bevuto un po' troppo, puoi ammetterlo, e forse ti si è sciolta un po' troppo la lingua, ti sei lasciata andare con questo affascinante sconosciuto.
Hai detto che ti piacerebbe vivere un’avventura, no? Allora vieni, ti porto in un posto, dice e tu mormori a mezza voce che probabilmente lo conosci già, che vivi in questa città da una vita e la conosci come il palmo della tua mano.
Ma la città di notte è diversa, dice lui e un brivido ti corre lungo la schiena.
La città di notte è un labirinto, una serie di vicoli che sembrano tutti uguali, perché tutti i gatti sono grigi di notte e la luce dei lampioni è talmente fioca che distinguere tra un lastricato di sanpietrini e un asfalto pieno di buche è possibile solo con le piante dei piedi.
Si finisce male così, ad accettare la mano di uno sconosciuto e farsi portare ‘in un posto’ lo sai, si finisce sui giornali, si finisce in un bidone della spazzatura in almeno in tre sacchi diversi, scovate da un barbone che cercava cartoni per ripararsi dal freddo della notte o rovistate da un gatto che aveva sentito odore di sangue.
Però.
Però c’è il brivido dell’ignoto che ti risale lungo la colonna vertebrale, paura e desiderio.
Ti porto in un posto che non hai mai visto, e anche se ci sei già stata non lo hai mai visto così, andiamo ad esplorare, dov’è il tuo coraggio? e tu sorridi con poca convinzione, ti lasci prendere la mano e trascinare lungo una strada di cui pensavi di conoscere il nome, ma quando sollevi lo sguardo sul cartello bianco smaltato in blu quello non è il nome che ti aspettavi di vedere.
C’è qualche problema? chiede.
Tu scossi la testa, Pensavo di essere in un altro punto della città.
Perché, in che punto siamo?
Ma il nome che hai letto qualche istante prima ti sfugge di mente, non lo ricordi affatto, nemmeno riesci a visualizzarlo - le lettere non sono altro che un branco di formiche azzurre che si muovono e cambiano forma sotto i tuoi occhi e c’è qualcosa che non va, lo sentivi da prima, prima che cascasse il crepuscolo e sigillasse la città nell’oscurità, ma non hai dato retta a quel sesto senso che ti diceva di scappare, tornare a casa e metterti al sicuro sotto una coperta calda.
Continui a camminare, lo segui come se la sua presenza illuminasse la strada abbastanza per compiere un altro passo, perché altrimenti ti saresti già fermata, inghiottita dalle ombre, paralizzata a decifrare cartelli che hanno perso di significato.
Coraggio, andiamo, è un avventura.
Dove? chiedi, Dove stiamo andando esattamente?
Qui.
Ti guardi in torno, lui non smette di camminare e tu non smetti di arrancargli dieto.
Qui?
In città.
Siamo già in città, pensavo avessi una meta un po' più precisa in mente.
La nostra meta è l’alba, sciocchina. Chi si ferma prima è perduto.