In case of need
Feb. 17th, 2020 01:58 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Ship: Dean Winchester/Castiel
Rating: Safe
Challenge: COW-T, w3, m1
Wordcount: 624
“Vai a quell’appuntamento”
Cas si era voltato. “Sei sicuro?”
Dean aveva sorriso tristemente, annuendo. “Sì. Vai. Ma togliti il gilet. E slaccia i primi due bottoni della camicia,” aveva distolto lo sguardo per non fissare la linea del suo collo. Per cancellare il ricordo di quando era lui a sbottonarlo.
Castiel aveva aperto lo sportello della macchina e si era voltato verso di lui solo per un istante prima di scendere. Gli occhi di Dean erano rimasti piantati sulla strada di fronte a sé.
Castiel era uscito in silenzio, avviandosi lungo il vialetto. Aveva raccolto una rosa dal roseto nel giardino di Nora pur sapendo che non sarebbe stato proprio il massimo del romanticismo, ma aveva sperato che la donna avrebbe apprezzato lo stesso.
Quando si era voltato, di nuovo, Dean era ancora in macchina e lo stava fissando - e Castiel non aveva potuto fare a meno di pensare che stesse aspettando che lui cambiasse idea e tornasse indietro. Lo aveva mandato via con un cenno della mano e Dean, quasi con aria colpevole, lo aveva salutato imbarazzato prima di mettere in moto.
Quando l’Impala aveva voltato l’angolo della strada, Castiel stava già suonando il campanello.
* * *
“Dean, mi serve il tuo aiuto,” il Cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di dire una parola prima di essere investito dalla voce di Castiel dall’altro capo del telefono.
“Come?”
“Non ho la più pallida idea di cosa fare.”
“Whoa, whoa, whoa! Cas, non mi starai chiamando per quello?” Non era che facesse male sapere che lui fosse andato avanti, che frequentasse altre persone, era solo che… beh, era Castiel quello che li aveva traditi, che aveva collaborato con Crowley per aprire il Purgatorio, era colpa sua se Dean aveva smesso di fidarsi di lui, se quella loro stramba e indefinibile cosa che avevano, basata per lo più sul salvarsi la vita a vicenda, era finita e… non era giusto.
“No, Dean, davvero, io non so -”
“Davvero?,” lo interruppe l’altro, prima che quello potesse dire una sola altra parola. “Non è difficile, Cas. È il buco che è diverso, la procedura è la stessa,” e forse era stato un po’ troppo acido, ma davvero, non voleva intrattenere una conversazione di quel genere con lui. Cercare di tenerla corta e stare il meno possibile al telefono in quella situazione era l’obiettivo migliore a cui riuscisse a pensare.
“Apprezzo la tua… schiettezza,” disse Castiel in un tono che faceva percepire quanto poco la apprezzasse davvero. Un momento… quando esattamente Castiel aveva imparato il sarcasmo? “So come funziona il sesso. Ma questo non era un appuntamento.”
“Come?”
“Sto facendo il baby-sitter alla sua bambina e continua a piangere. Non so cosa fare, non mi sono mai occupato di umani così piccoli prima.”
“Oh,” Dean rimase senza parole per qualche secondo. “Oh. D’accordo, arrivo subito.” Non che comunque si fosse allontanato molto dai dintorni.
Quando dieci minuti dopo parcheggiò l’Impala proprio davanti alla casa di Nora il pianto della bambina era talmente forte che si poteva sentire dalla strada.
Dean non aveva davvero molta più esperienza dell'ex-angelo in certe cose, ma sicuramente era più avvezzo ai bisogni fisici che un essere umano poteva avere.
"Le hai dato da mangiare?" chiese, prendendo in braccio la bambina. Quella smise di piangere per un momento, prima di riprendere ancora più forte di prima.
"Ci ho provato, Nora mi ha lasciato un biberon, ma non ha voluto mangiare."
Dean sollevò un sopracciglio, stupito. Quanto esattamente si era perso di Castiel?
"L'hai cambiata?"
"Cambiata?"
"Il pannolino."
"Pannolino?" Castiel lo fissò con lo sguardo un po’ perso.
"Sì, Cas, il pannolino,” Dean sbuffò divertito.
La fisiologia umana non era ancora un mistero completamente svelato per lui.
Non si era perso poi così tanto.